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Quello di Claudio Tomaino, 29 anni,  è un caso complesso e tragico, perchè conclusosi con un suicidio in carcere, o almeno così pare, ma non tutto risulta chiaro in questa vicenda. 

Tra i vari aspetti ormai chiariti del caso di Tomaino e della strage di Catanzaro, che inizia nel 2006 e si conclude nel 2008 con il suicidio del giovane, c'è anche una pista satanica rivelatasi infondata, poichè sembra che sia stato lo stesso Tomaino a parlarne agli inizi della vicenda giudiziaria che lo ha visto accusato per l'omicidio di un'intera famiglia di parenti. Il giovane, secondo quanto riportato dai media, aveva perfino rivelato l'esistenza di una setta satanica.

Un'ipotesi che fu formulata allora da Massimo Introvigne, poi rivelatasi fondata, era che il satanismo possa talora essere usato come mezzo per sviare le indagini o cercare un modo per attenuare la gravità di reati efferati. 

Di seguito, un articolo uscito agli albori della vicenda, una intervista del 2006 a Massimo Introvigne, e gli sviluppi successivi.


 

Il diavolo, i soldi e gli affari segreti «Falsificavo i documenti per lo zio»

Corriere della Sera - 31 marzo 2006

 

L' ARRESTO. Claudio Tomaino, 29 anni, «geometra» dalla personalità complessa, è stato fermato con l' accusa di omicidio volontario aggravato dello zio Camillo Pane, della zia Annamaria e dei figli della coppia Maria ed Eugenio, tutti uccisi in un casolare di Caraffa (foto sotto). Nella foto a sinistra (Cufari) Tomaino mentre viene portato via su una «gazzella» dei carabinieri IL MOVENTE Gli investigatori hanno trovato un «contratto con Satana» firmato dal giovane con il suo sangue, dove chiedeva l' impunità per la strage in cambio di denaro e felicità. Il ragazzo ha spiegato che è stato un sacrificio legato all' attività della setta che frequenta. Ma gli investigatori continuano a indagare per capire se il movente sia invece da cercare nei contrasti economici con Pane, con cui era in rapporti d' affari

IL RETROSCENA

DAL NOSTRO INVIATO CATANZARO - Delle due l' una: o è malato o è diabolico. Claudio Tomaino sta facendo il possibile per essere tutte e due le cose, un ragazzo con gravi problemi psichici mosso come una marionetta da «Satana, grande maestro e signore del male». Ma fra gli inquirenti c' è anche chi è convinto che «diabolico» potrebbe voler dire altro, per esempio che Claudio stia puntando tutto sulla carta dell' infermità mentale, la sola che, alla peggio, potrebbe tenerlo lontano dal carcere. È davvero così avveduto, il geometra squattrinato che voleva fare soldi? Può aver «fabbricato» una pista esoterica nel giro di poche ore sapendosi ormai incastrato? Un ragazzo dalla «personalità oscura e complessa» dice di lui chi lo ha visto e ascoltato in questi ultimi tre giorni.

La morte del padre, quattro anni fa, un matrimonio fallito alle spalle, poi la convivenza con Daniela, i tentativi vani di studiare all' università dopo il diploma da geometra e, su tutto, il desiderio di sfondare, assicurarsi quella serenità economica per la quale era disposto a vendere l' anima a Satana. Lo ha scritto, nel suo delirante «contratto» con il diavolo: ti regalo la mia anima da morto e da vivo, «in cambio di felicità, denaro e lunga vita ». La sua firma è una macchia di sangue (che a giudicare da densità e colore potrebbe anche non essere il suo). Quella del suo Belzebù è il nulla sotto la scritta «per accettazione, SATANA».

Ha una faccia anonima, Claudio. Vestiti e occhiali ancora di più. Eppure tutto, nella sua vita, sembra avere un significato speciale. Come il cambio d' abiti fatto mercoledì pomeriggio quando, ancora da indagato, è stato portato a casa sua dai carabinieri per un sopralluogo. Ha fatto una doccia e si è infilato una felpa nera con bordini rossi e un cappuccio nero, anche quello con i profili rossi. Soltanto più tardi, nell' interrogatorio finito con il fermo, è stato messo a verbale che quelli erano i colori di Satana e che lui li aveva indossati come fossero una protezione contro la malasorte. Accortezza usata anche per «l' anello del diavolo», una fede con una pietra scura sequestrata nel corso dello stesso interrogatorio.

Il destino di Claudio Tomaino incrocia quello della famiglia Pane quando Camillo, il capofamiglia, decide di affidare a quel nipote introverso e inquieto la gestione della contabilità di casa. I due mettono in piedi affari poco chiari: muovono somme che vanno dai 40 agli 80 mila euro al mese. Si interessano di intermediazioni finanziarie ben al di sopra delle loro possibilità. Martedì mattina, il giorno dopo l' omicidio e prima di finire sotto inchiesta, il geometra di Lamezia Terme si presenta assieme alla compagna, Daniela, nello studio dell' avvocato Armando e Clara Veneto, a Palmi. «Io facevo documenti falsi che servivano allo zio per far credere a sua moglie che partecipasse alle aste giudiziarie. Adesso, dopo quello che è successo, non vorrei che se la prendessero con me per l' omicidio» esordisce.

Difficile non «prendersela» con lui, in effetti. Poche ore più tardi, quando racconta quella storia davanti al procuratore capo Mariano Lombardi, all' aggiunto Salvatore Murone, al pm Salvatore Curcio e al tenente colonnello Francesco Iacono, contro di lui ci sono più che indizi «gravi e concordanti». Lui reagisce come se gli stessero leggendo la lista della spesa. A tratti sembra disperato. Partecipa solo quando qualcuno gli sventola sotto il naso il «contratto» mortale col diavolo. Allora spiega della sua setta, degli incontri segreti avuti in Calabria ma anche fuori regione, di come devono essere i riti satanici ben eseguiti, di come eliminarne i segni, di quanto vale la decisione del sacerdote rispetto a quella degli adepti. «Ho studiato e ho fatto pratica» ripete.

E fa i nomi di altri, come lui, venditori di anime a Satana. Nella lista dei «simpatizzanti» ci mette anche Eugenio, il cugino ucciso nella strage di Caraffa. Nelle prossime ore si saprà cosa c' era di vero e cosa no nel racconto confuso del geometra dalle tante facce. Tante quante quelle dello zio Camillo, buon padre di famiglia con troppi soldi in tasca, ammazzato con un colpo alla testa e uno all' addome. L' autopsia dice che il suo corpo era completamente depilato, in paese si chiacchiera sulle sue abitudini sessuali. Anche sulla vera storia della sua vita c' è ancora molto da scoprire.

Fasano Giusi

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(31 marzo 2006) - Corriere della Sera

 


 Strage di Caraffa, fermato il nipote: «Omicidio»

Claudio Tomaino, 29 anni, era in affari con lo zio Camillo Pane. Lunedì aspettava proprio luiMa non c'è solo il movente economico: spunta la pista di una setta satanica. Tre i complici.

 di Aldo Varano 


Intervista a Massimo Introvigne sul caso della strage di Catanzaro a cura di Luigi Mascheroni

(il Giornale, 31 marzo 2006)

 

Anche nel caso della strage di Catanzaro si ipotizza che la pista satanica sia un espediente utile a depistare le indagini su moventi e modalità molto meno "esoteriche".

«Il contratto? Copiato da un'opera a fascicoli»

 

Faust, scienziato insoddisfatto dei limiti del sapere umano, vende a Mefistofele la propria anima in cambio di giovinezza, sapienza e potere. È quanto Johann Wolfgang Goethe immagina nella sua opera più celebre. Claudio Tomaino, così ha scritto nel contratto con Satana firmato con il sangue e ritrovato nella villetta del quartiere di Sant'Eufemia a Lamezia Terme, più prosaicamente ha donato «l'anima da morto e da vivo nel servire il Grande Maestro e Signore del Male Satana» per «non fare carcere» ed «eliminare zio Camillo e famiglia».

Professor Massimo Introvigne, lei uno dei massimi esperti italiani di satanismo. Come commenta un episodio del genere?


«Prima di tutto bisogna dire che lo schema di base di questo contratto è stato copiato dall'Enciclopedia dell'ignoto, un testo che non circola affatto tra le sette sataniche, come qualcuno ha detto, ma una banale opera a fascicoli, che tratta dagli Ufo all'astrologia e che si vendeva nelle edicole fino a qualche anno fa. Già questo ci mette sull'avviso: significa che il ragazzo non era in contatto con nessuna setta satanica. Siamo nel campo semmai del “satanismo-fai-da-te”».

Ovvero?


«Esistono due aree ben distinte del satanismo: le vere e proprie sette che hanno una sede, pubblicano libri e riviste, spesso hanno un sito internet e fanno proselitismo. Sono gruppi pericolosi in quanto “cattivi maestri” ma nello stesso tempo molto facili da sorvegliare e da controllare. In Italia, dopo lo scioglimento dei Bambini di Satana di Bologna, è un settore moribondo: si contano meno di 200 persone coinvolte. Poi, e siamo alla seconda area, c'è il “satanismo-fai-da-te” che magari si sviluppa anche in luoghi, come Catanzaro, che non hanno nessuna tradizione satanica alle spalle. Si tratta di persone molto suggestionabili che tramite giornali e tv vengono in contatto con informazioni confuse che loro rielaborano a seconda delle loro psicopatologie. Come nel caso delle Bestie di Satana o delle ragazze di Chiavenna».

E come nel caso di Catanzaro...


«Così sembrerebbe. Ma bisogna stare attenti a tirare conclusioni affrettate. A volte si gioca subito la carta del satanismo per cercare di “portare a casa” pene più lievi. Potrebbe essere una farsa per ottenere la seminfermità mentale».

Come si inquadra il patto con il diavolo nella storia del satanismo? 

«Il patto con il diavolo è un classico del mondo satanico. I casi più antichi di cui abbiamo testimonianza risalgono al XVII secolo. La formula con la quale l'adepto vende l'anima al diavolo in cambio di benefici - formula alla quale si ispirerà Goethe per il suo Faust - la troviamo nella letteratura, nel folklore ma anche nella realtà. Esemplari sono i cosiddetti processi “della camera ardente” nella Francia di Luigi XV contro un gruppo di nobildonne, che poi però subiranno pene molto lievi, accusate di ricorrere al patto con il diavolo e di compiere sacrifici umani. In cambio, a Satana chiedevano di ottenere i favori sessuali del Re».

E in campo criminologico?

«Si può ricordare il caso di Richard Ramirez, ribattezzato “l'assalitore della notte”, un serial killer nella Los Angeles di una quindicina di anni fa. Fece un patto con il diavolo, che si fece addirittura tatuare sul corpo. Cose del genere però quasi mai accadono all'interno di sette sataniche ben organizzate, ma sempre nell'ambito del satanismo “casalingo” oppure del folklore della malavita organizzata: anni fa a Matamoros, in Messico, il trafficante di droga Adolfo Costanzo fece un patto con il diavolo. Chiedeva a Satana di non essere scoperto dalla polizia e in cambio faceva bollire in un calderone turisti americani che faceva catturare dai suoi uomini».


 

«C'è un satanismo fai-da-te che attira sempre più ragazzi»

Intervista a Massimo Introvigne a cura di Alessandra Mangiarotti (Corriere della Sera, 31 marzo 2006)

Il sociologo ed esperto di satanismo Massimo Introvigne premette: « L’enciclopedia dell’ignoto , non è un testo esoterico ma un’opera in fascicoli venduta in edicola. Che parla di patti con il diavolo così come di ufo o astrologia». Insomma: «E’ una Novella2000 in materia di misteri, alla quale può attingere ispirazione chiunque voglia crearsi l’alibi della semi-infermità mentale». Un particolare che deve indurre a considerare con cautela la pista satanica?

«La cautela è d’obbligo, in molti casi il satanismo è usato come tattica difensiva», mette in guardia il fondatore del Centro studi delle nuove religioni. Che però aggiunge: «Questo particolare mi dice anche che, se dovesse essere confermata la pista, non ci troveremmo di fronte a un adepto appartenente a un gruppo organizzato ma a un satanista fai da te che quasi sicuramente non ha agito da solo». Come dire: «A un membro di quei gruppuscoli oggi tanto in aumento: in una personalissima opera di bricolage mettono insieme pezzi di satanismo rubati qua e là, ma sono i più pericolosi perché sfuggono a ogni controllo».

Sono per lo più giovani. Cresciuti a pane, internet, musica e sottocultura underground. Appartenenti a mini-sette che non superano quasi mai i dieci membri. I numeri: «Mentre i gruppi organizzati, dopo il boom degli Anni Novanta, stanno cadendo in disgrazia e oggi possono contare al massimo su 200-300 persone, le mini-sette crescono: in Italia ce ne sarebbero circa 130, per un totale di un migliaio di adepti». Queste almeno le stime stando al conteggio degli atti di microcriminalità legati al satanismo: profanazione di chiese e cimiteri, sacrifici animali.

Negli Stati Uniti si calcola che al satanismo sia riconducibile in media un fatto di sangue all’anno. «In Italia gli unici casi accertati sono quelli delle Bestie di Satana e delle tre ragazze di Chiavenna (satanismo a metà). Quanto basta, e questo è il vero rischio, a far scattare l’emulazione».


 

Il testo e la firma (col sangue) del “Patto con Satana”

Io sottoscritto, Claudio Tomaino, nato a Soveria Mannelli l'8-3-1977, mi impegno a donare la mia anima da morto e la mia da vivo nel servire il grande maestro e signore del male Satana, se lui si impegna a darmi in cambio felicità, denaro e lunga vita, aiutandomi a non fare carcere, a eliminare zio Camillo e famiglia e a creare una famiglia con dei figli con Daniela, la mia compagna, e di rendere felice anche mia madre, e io in cambio per lui farò tutto quello che vorrà.

 

Tratto dal sito del CESNUR 


 Suicida in carcere l'autore della strage di Caraffa

Si è suicidato in carcere Claudio Tomaino, di 30 anni, reo confesso dello sterminio di quattro suoi familiari accaduto il 27 marzo del 2006 nelle campagne di Caraffa di Catanzaro. Tomaino si è ucciso nel carcere di Viterbo, soffocandosi con una busta di plastica.

http://www.nuovacosenza.com/cs/08/gennaio/suicidatomaino.html

 

 


Il Gip non crede al suicidio, Claudio Tomaino potrebbe essere stato ammazzato in cella


Gianni Tassi


Potrebbe essere stato ammazzato in cella a Mammagialla Claudio Tomaino, 29 anni, calabrese, autoaccusatosi della strage di Caraffa avvenuta il 27 marzo del 2006 nel Catanzarese nella quale vennero uccisi a colpi d'arma da fuoco padre, madre e i loro due figli.  

Per la seconda volta consecutiva, infatti, il gip del tribunale viterbese, Salvatore Fanti, ha rigettato la richiesta di archiviazione presentata dal sostituto procuratore, Renzo Petroselli, imponendogli altri tre mesi di indagini per dissolvere alcuni dubbi ritenuti importanti. Potrebbe quindi non trattarsi di suicidio bensì di omicidio. Un delitto avvenuto dentro il carcere viterbese ad opera di chi aveva interesse a che Tomaino non svelasse i veri autori di quella strage o dei suoi complici.

Il Messaggero, 31 ottobre 2010